Sembra una citazione ma non vuole esserlo: a Dakar non c’é il mare.
Il mare e l’accesso sono stati divorati dalle case, dai palazzi, dai ristoranti, dalle strade.
poi lo vedi certo, correndo verso cap manuel, facendo la corniche, mentre vado e torno dal lavoro. Ma sembra più un quadretto, una vista fuori dal finestrino. Le uniche spiagge esistenti in città sono straaffollate e piene di locali.
In più la qualita dell’acqua é abbastanza un NO scritto col pennarello grosso. Non ti vedi i piedi manco sul bagnasciuga e devischivare sacchetti di plastica e bottiglie. NO.
Così siamo stati un po’ via nel uichend, a Popenguine. Un piccolo villaggio a sud, lontano dai vizi di Sali e dal turismo della Somone. Si tratta di una piccola baia, molt tranquilla.
Ci si possono fare belle passeggiate, c’é pochissima gente e pochi ristoranti.
I piccoli punk hanno giocato a sfinimento, noi abbiamo riposato la testa.
Il mare fa comunque cacare. Anche qua tonnellate di plastica.
L’oceano non é roba per un sardo viziato abituato ad acque trasparenti con visibilità 30 metri. E infatti non ci ho messo piede. Letteralmente.
Ma ho trovato un’altra meta favorita.